Vallecamonica: Ambiente, Natura e Umano Sentire

Posts written by vincenzab

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    www.facebook.com/groups/GRIGNA/

    https://www.bresciaoggi.it/territori/valca...CEK1zKdnhb9ooR8

    Mentre le piazze delle città grandi e piccole si riempiono di ragazzi pronti a manifestare contro un mondo di adulti che ignora il surriscaldamento globale, un’altra emergenza sotto gli occhi di tutti - giovani e adulti - ha raccolto ieri solo la voglia di esserci di poche decine di attivisti. È successo in Valcamonica, tra Capo di Ponte, Esine e Costa Volpino, con la manifestazione itinerante contro la «rapina» dell’acqua di fiumi e torrenti che ha visto mobilitate tutte le associazioni e i gruppi ambientalisti del territorio; compresi i pescatori di alcuni circoli. Nella mattinata si sono tenuti due sit in e una sessione di pulizia dell’Oglio e di attività didattica per i bambini a Costa Volpino, mentre nel pomeriggio il momento conclusivo si è svolto ancora a Esine, in particolare sul ponte di via Marconi sotto il quale scorre quel torrente Grigna ridotto a un rigagnolo da anni dalle captazioni idroelettriche e difeso dagli «Amici» coordinati da Leonida Magnolini. La giornata di mobilitazione è stata intitolata «Salviamo l’acqua che scorre...», e i problemi serissimi della Valcamonica e dell’alto Sebino sono stati ricordati dai portavoce del Comitato centraline di Valle Camonica e da altri attivisti.

    Leonida Magnolini, sconcertato dall’assenza dell’Ufficio territoriale regionale e dell’Arpa sul tema centraline, ha ricordato che «si fa poco o nulla per impedire il degrado dei nostri torrenti, mentre al contrario vengono agevolate le istanze dei produttori. Le mini centrali producono poche centinaia di kilowatt e stanno invadendo a decine i torrenti della valle: si tratta di un affare garantito dagli incentivi che tutti noi paghiamo nella bolletta energetica»


    https://www.facebook.com/PiuValliTV/videos...Q5NjgyMDk5MTcz/
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    articolo interessante di revisione di esperti su mandato OMS in merito all'inquinamento dell'aria e gli effetti sulla salute infantile
    https://www.acp.it/2019/10/inquinamento-at...anti-12601.html
    https://www.acp.it/wp-content/uploads/Quad..._264-PE_as1.pdf
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    www.bresciaoggi.it/territori/valca...cesso-1.7350048
    ... da post Anche nella vicenda giudiziaria passata alle cronache come «Selca bis» ci sarà un processo. Si celebrerà nei confronti dei quattro imputati rinviati a giudizio, sui cinque complessivi nell’udienza preliminare. Il Gup Giulia Costantino ha quindi accolto quasi totalmente le richieste del pm Mauro Leo Tenaglia. Con l’accusa di mancata bonifica sono stati rinviati a giudizio Flavio Bettoni, uno dei proprietari dell’azienda e presidente del consiglio di amministrazione della ex Selca dal 2007 al 2010, Piergiorgio Bosio, amministratore unico della società dal 1997 al 2007, Ettore Vacchina, procuratore speciale, e Michele Carta Mantiglia, consigliere delegato dal 2007 alla data del fallimento dell’azienda

    Prosciolto invece Giacomo Ducoli, curatore fallimentare dell’azienda. L’area interessata dal procedimento giudiziario è appunto quella dell’ex Selca, a Forno Allione di Berzo Demo.

    ... Ieri è stato inoltre deciso il non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti degli imputati a cui veniva contestato anche il traffico di rifiuti. Accusa quest’ultima da cui Flavio Bettoni è già stato assolto con sentenza diventata definitiva dopo la conferma in appello.

    Le difese, nel processo «Selca bis» avevano chiesto il proscioglimento per tutti gli assistiti. Richiesta che invece è stata accolta solamente per il curatore fallimentare assolto da tutti i reati contestati perché «il fatto non sussiste». Accolta quindi la tesi difensiva in merito all’assenza di obblighi in capo al curatore del fallimento, per queste ipotesi di reato, in un caso come quello dell’ex Selca.


    IL PROCESSO nei confronti dei quattro imputati inizierà il 2 marzo del 2020.



    www.retealternattiva.it/2020/01/26...e-da-chi-viene/

    dal link:
    ..... nessun “lieto fine”, a parte che è ancora tutto molto incerto sulle concrete possibilità di realizzazione, ma semmai una pessima soluzione per la popolazione alla quale era stato garantito che quei rifiuti sarebbero stati smaltiti con tutti i crismi della legalità e sicurezza in luoghi idonei identificati all’estero. Ora invece li si vuole sotterrare su terreni del posto: bonificare un’area per inquinarne un’altra con tutte le criticità connesse. La pericolosissima “bomba” rappresentata dalle sostanze tossiche riguarda l’intera Valle Camonica, Lago d’Iseo compreso e non solo il ristretto territorio del Comune di Berzo Demo, come si tende a far credere.

    “Nell’azienda camuna, nel 2009 arrivarono dalla ditta australiana Tomago anche celle elettrolitiche per l’alluminio primario, ricche di cianuri e fluoruri. A seguito del fallimento
    della ditta quei rifiuti sono rimasti esposti all’azione meteorica delle piogge, con relativo ruscellamento di percolato nell’Oglio.
    Gli ex titolari, i fratelli Flavio ed Ivano Bettoni, nel 2017 sono stati assolti dall’accusa di traffico internazionale di rifiuti.”

    – non si dice che i quattro manager della “ex Selca” sono stati nuovamente rinviati a giudizio per mancata bonifica e il dibattimento è stato fissato per il 2 marzo 2020…

    “Furono loro a ricordare ai giudici che la loro attività nacque per soddisfare una richiesta delle acciaierie bresciane e non solo: proposero il recupero delle celle elettrolitiche utilizzate per la produzione di alluminio, miscelandole e trasformandole in «materie prime secondarie» per essere impiegate come inerti di riempimento. Una filiera di economia circolare, si direbbe oggi.“

    – non diciamo sciocchezze tirando in ballo “l’economia circolare”: si tratta di un caso tipico dove l’attività di trattamento rifiuti ha assunto i caratteri inquietanti di copertura per affari illeciti!....

    Edited by vincenzab - 9/8/2020, 12:15
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    www.bresciaoggi.it/territori/valca...ni-rs-1.7245523



    http://teleboario.it/tbnews/berzo-demo-per...wljPLsEHtgAMua8



    www.montagneepaesi.com/mp/index.php...F1HaN_7hCRcx4Ic


    Il sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia ha chiesto il processo per Flavio Bettoni, Michele Carta Mantiglia, Piergiorgio Bosio ed Ettore Vacchina, gli amministratori che dopo il 2010 si erano alternati alla guida della Selca di Forno d’Allione, oltre a Giacomo Ducoli, il professionista incaricato della curatela fallimentare.

    Prescritta l’accusa di traffico illecito di rifiuti, gli imputati sono ora accusati a vario titolo di omessa bonifica e, limitatamente a Ducoli, anche di ostacolo all’attività di vigilanza ambientale. I 5 conosceranno il loro destino il prossimo. Il prossimo 22 maggio, dopo che la GUP Giulia Costantino avrà raccolto anche le conclusioni dell’avvocato difensore di Ducoli, l’unico a non essere intervenuto nel corso dell’udienza tenutasi questo mercoledì 17 aprile, gli imputati sapranno come evolverà la vicenda che li vede imputati a vario titolo. Per il Pm Tenaglia, che ha ereditato il fascicolo dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, trasferito a Trento, ci sarebbe spazio per un nuovo processo, mentre per i difensori degli imputati ci sono ostacoli insormontabili alla sua celebrazione come quello frapposto dalla sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» passata in giudicato. Il verdetto, divenuto definitivo, ha azzerato l’accusa originaria: il traffico illecito di rifiuti e quei famosi 23mila metri cubi di celle elettrolitiche utilizzate per la fusione dell’alluminio, arrivate dall’Australia fino a Berzo Demo: per la giustizia non erano rifiuti e dunque potevano essere lecitamente rivendute come end ofwaste. Ai manager della ex-Selca viene ora contestata l'accusa di omessa bonifica a partire dal 2015, cioè anni dopo la loro decadenza dal ruolo rivestito nella gestione della Società, fallita nel giugno 2010. Quanto al curatore fallimentare, l’accusa contrasta con un’altra sentenza non più impugnabile: quella con la quale il Consiglio di Stato ribaltò il verdetto del Tar ed escluse che la bonifica dovesse essere in carico alla curatela del fallimento: in questo caso, infatti, sarebbe stata effettuata anche a costo di pregiudicare gli interessi dei creditori dell’azienda fallita. Il 22 maggio il GUP deciderà se aprire il nuovo processo. Rimane il nodo cruciale delle tonnellate di rifiuti stoccati, ora in sicurezza in speciali “bag”, dentro i capannoni della ex-Selca e della bonifica del terreno. Per entrambi i casi, il Comune di Berzo Demo, con Regione, Provincia, Comunità Montana e Bim, ha garantito la rimozione e la bonifica perché il 31 maggio dovrebbe essere perfezionato l'atto di acquisto del vasto comparto industriale da parte di Lucchini Rs che vi impianterà una linea di meccanica leggera di revisione occupando 90 nuovi dipendenti.


    https://www.bresciaoggi.it/territori/citt%...dizio-1.7274459
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    http://www.montagneepaesi.com/mp/index.php...F1HaN_7hCRcx4Ic

    ....Per entrambi i casi, il Comune di Berzo Demo, con Regione, Provincia, Comunità Montana e Bim, ha garantito la rimozione e la bonifica perché il 31 maggio dovrebbe essere perfezionato l'atto di acquisto del vasto comparto industriale da parte di Lucchini Rs che vi impianterà una linea di meccanica leggera di revisione occupando 90 nuovi dipendenti.
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    www.giornaledibrescia.it/valcamoni...rsone-1.3328754

    Svolta per l’ex Selca: un nuovo polo darà lavoro a 200 persone

    www.giornaledibrescia.it/foto-e-vi...selca-1.3328853

    http://teleboario.it/tbnews/berzo-demo-per...wljPLsEHtgAMua8

    Edited by vincenzab - 19/5/2019, 17:16
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    forno_dallione_torrente
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    ftp://ftp.minambiente.it/PNM/Strategia_Naz...202015-2016.pdf

    dal rapporto: ..."Inoltre, a marzo 2016, si è conclusa l’attività istruttoria, coordinata dalla Direzione
    Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque (DG-STA), per l’approvazione per
    ogni distretto idrografico dell’aggiornamento dei Piani di Gestione 2016-2021. Il ciclo appena
    concluso (2009-2015) ha evidenziato un netto miglioramento, rispetto a quello precedente,
    sia per quanto riguarda gli aspetti conoscitivi dei corpi idrici, e delle pressioni che insistono su
    di essi, sia per quanto riguarda il loro stato ambientale (maggiore percentuale di corpi idrici
    monitorati e di quelli che raggiungono il “buono” stato).

    Nel corso del 2016 la DG-STA ha inoltre attivato due gruppi di lavoro dedicati ad aspetti
    specifici in relazione alla tutela degli ecosistemi acquatici e del raggiungimento degli obiettivi
    non solo della DQA ma anche della Direttiva Habitat:

     Un gruppo incaricato della definizione di una metodologia per la valutazione, a scala
    distrettuale, delle richieste di concessioni di derivazione idrica al fine di assicurare che il
    corpo idrico interessato non si deteriori; tale metodologia sarà in grado, tra l’altro di
    assicurare una maggiore tutela dei “siti di riferimento” sensu DQA ovvero quei corpi idrici
    caratterizzati da uno stato corrispondente a pressioni molto basse senza gli effetti
    dell’industrializzazione, dell’urbanizzazione e dell’agricoltura intensiva e con modificazioni
    molto lievi degli elementi di qualità biologica, idro-morfologica e chimico-fisica;
     Un gruppo incaricato della definizione di linee guida per l’aggiornamento dei metodi di
    determinazione del Deflusso Minimo Vitale al fine di garantire il mantenimento, nei corsi
    d’acqua, del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi ambientali
    definiti ai sensi della DQA e della Direttiva habitat."
    ...."Un ulteriore strumento che può concorrere all’attuazione della SNB è costituito dai
    "Contratti di Fiume" che sono stati introdotti dal recente articolo 68-bis del D.Lgs 152/2006.
    Tali Contratti sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che,
    favorendo l'informazione, la consultazione e la partecipazione dell'opinione pubblica,
    perseguono la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione dei territori
    fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale
    (es. attività ricreative, pescaturismo, etc.) e all’attuazione di altre direttive tra cui la Direttiva
    Habitat.
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    www.piuvallitv.it/news/2018-11-15_i...nuovo-senzacqua

    Rinviata all'apertura del secondo spillamento da parte di Tassara Terzo Salto.
    Gli Amici del Torrente Grigna tendono alta l'attenzione perchè vogliono che ciò che è stato sottoscritto tra Comune di Berzo Inferiore e Tassara terzo salto venga attuato.
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    http://richardlouv.com/

    www.facebook.com/RichLouv/

    http://richardlouv.com/books/last-child/videos/
    La sindrome di deficit di natura descritta da Richard Louv scrittore e giornalista

    Che rapporto hanno i bambini di oggi con la natura? Come si devono comportare genitori e educatori di adolescenti cresciuti in città? Quali posizioni dovrebbero assumere le autorità cittadine verso la politica ecologica e ambientale? Le ultime ricerche hanno dimostrato che i bambini delle grandi città hanno "polmoni da vecchi fumatori". Medici e psicologi mettono in guardia periodicamente da un’elevata esposizione a videogiochi, tv e computer che rende i nostri figli aggressivi, oltre che sedentari. Analizzando le abitudini e le difficoltà delle nuove generazioni, Louv individua un crescente "disturbo da deficit di natura", che non è una malattia vera e propria, ma una condizione di vita, un modo di essere. Sono sempre di più i ragazzi che conducono un’esistenza chiusa in interni soffocanti dove regnano videogiochi, computer, televisori, imprigionati in città spesso carenti di aree verdi e dominate da traffico e smog. Tra le paure dei genitori e la difficoltà di movimento e di sfogo in spazi aperti, i bambini e gli adolescenti accusano ogni giorno di più disturbi quali obesità, disattenzione, svogliatezza, noia, depressione, ansia. Questo libro, partendo da presupposti psicologici, lancia un forte messaggio pedagogico e di impegno civile esortandoci a recuperare il contatto con la natura: una corsa all’aria aperta, il gioco nei boschi, una nuotata in un lago, una vacanza in campeggio possono favorire la creatività, la gioia di vivere, la passione, persino il senso critico e la capacità di risolvere i problemi. In modo semplice ma rigoroso, Louv si rivolge a genitori, educatori, insegnanti, ricercatori. Riflettendo sulle difficoltà e i limiti della vita moderna, l’autore propone una soluzione realistica ed efficace ai problemi e offre la speranza che i futuri adulti ritrovino la forza e la vitalità per realizzare un’esistenza serena e appagante.

    L'ultimo figlio nel bosco

    In questo lavoro influente sulla sconcertante divisione tra bambini e natura, lo scrittore Richard Louv collega direttamente la mancanza di natura nella vita della generazione cablata di oggi - la chiama deficit della natura - ad alcune delle tendenze dell'infanzia più inquietanti, come l'aumento dell'obesità, i disturbi dell'attenzione e la depressione.

    Last Child in the Woods è il primo libro che correla l'esposizione diretta alla natura e la salute fisica ed emotiva di bambini e degli adulti. Oltre ad alzare un allarme, Louv offre soluzioni pratiche e semplici modi per sanare il legame rotto, e molti sono nel nostro cortile.
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    www.bresciaoggi.it/territori/valcam...ancio-1.6797245

    Prima di farci qualsiasi cosa sarà necessario attuare una profonda e costosa bonifica, ma l’arrivo sul mercato della grande area della ex «Ols», la vecchia acciaieria chiusa da anni che sorge a cavallo tra Pisogne e Costa Volpino, è una notizia importante per il territorio. I curatori fallimentari delle tre società, la Esa Costa Volpino, la Esa di Pisogne ed Energy group, fallite nel 2011, nel 2013 e nel 2015 e già proprietarie del grande sito industriale di via Milano, hanno avviato le procedure per la raccolta delle manifestazioni di interesse di eventuali compratori. I TERRENI e i fabbricati del complesso sono al centro di un progetto di bonifica approvato dalla Regione nel 2016, i cui costi sono stati stimati 6 milioni e 200 mila euro, e su una parte dell’area il Comune di Pisogne ha approvato una variante al Pgt per traslare esternamente le limitazioni legate al passaggio della ferrovia. È comunque tutto fermo, e dopo anni di chiusura, la speranza dei tre curatori fallimentari e delle due amministrazioni comunali è che si faccia vivo un investitore interessato a rivitalizzare la zona. Come? I Piani di governo del territorio prevedono una nuova destinazione industriale ma anche una parte commerciale, e in particolare quest’ultima potrebbe stimolare l’appetito di qualche compratore. L’ammontare delle offerte di acquisto non deve essere inferiore a un milione e mezzo di euro, e le domande devono arrivare allo studio «alexia.it» entro il 30 novembre. Non solo: l’eventuale compratore dovrà prestare a favore della Regione una fidejussione pari al 30% del quadro economico degli interventi di bonifica. La superficie totale occupata dalle ex Officine laminatoi Sebino è di 193.332 metri quadri (92.940 su costa Volpino e 100.392 su Pisogne), e verso la fine degli anni ’70 si era calcolato che erano stati abbandonati nel sottosuolo circa 54 mila metri cubi di scorie; con in più un paio di cumuli esterni. L’area da bonificare, di 145 mila metri quadri, si trova per il 60% sul territorio bresciano. Tre i progetti di bonifica redatti (1999, 2004 e 2011), segnati dall’accertamento di livelli fuorilegge di manganese, azoto ammoniacale e fluoruri, mentre l’ultima indagine non ha riscontrato eccessi di ferro, selenio e nitrati. Finora però non è successo nulla, e ci si augura che la manifestazione di interesse possa spingere qualcuno a dare prospettive a un polo industriale che oggi è solo una spina nel fianco. •
    Domenico Benzoni
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    www.dolomitiunesco.info/eventi-disa...Ojz8BcoeT04wSgM




    Cesare Lasen è fra i massimi esperti di botanica del nostro Paese, noto soprautto per il suo ruolo alla direzione del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e per le numerose attività didattiche in cui viene coinvolto. Per la Fondazione Dolomiti UNESCO è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO. Abbiamo coinvolto il professor Lasen per una prima riflessione sull’alluvione che ha colpito le Dolomiti negli ultimi giorni.

    Eventi disastrosi nelle Dolomiti:
    il delicato ma vitale rapporto fra uomo e natura
    a cura di Cesare Lasen


    Gli sconvolgenti eventi meteorologici di questi giorni, che hanno originato lutti, sofferenze, apprensioni, ma anche tanti esempi di vitalità e solidarietà, sollecitano riflessioni profonde per evitare che prevalgano (come già segnalato dai media) reazioni di tipo emotivo che, per quanto comprensibili e a fin di bene, rischiano di produrre nuovi danni di tipo ecologico.

    Sarà opportuno, infatti, interrogarsi sulle cause profonde e remote dei catastrofici eventi e sulle prospettive che si aprono per popolazioni montane già penalizzate da fattori orografici, ma anche da scelte di natura politica e socio-economica che hanno favorito altri interessi relegando la montagna, quella bellunese in particolare, a un ruolo marginale.

    L’inserimento di estesi settori dolomitici nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO è avvenuto sulla base dei criteri riguardanti la storia geologica e la bellezza paesaggistica. Non v’è dubbio che l’effetto combinato di intense precipitazioni (che hanno innescato frane e alluvioni) e di raffiche di vento insistenti e senza precedenti (con interi versanti boscati divelti e resi irriconoscibili), abbia inciso sull’assetto e percezione del paesaggio.

    Sappiamo che i processi naturali, e le successioni ecologiche possono contribuire a rimarginare le ferite, ma solo in tempi molto lunghi. In tal senso preoccupano alcune forme di interventismo che pensano alla ricostituzione del patrimonio boschivo attraverso reimpianto artificiale. Si dovrà avere un quadro molto più preciso dei danni subiti, capire quali formazioni sono state maggiormente colpite, valutare le vocazioni forestali sito per sito e la maggiore o minore distanza dei popolamenti distrutti rispetto a quelli più prossimo-naturali.

    Ma la preoccupazione, non da oggi, riguarda lo scenario del cambiamento climatico e la possibilità che simili eventi possano ripetersi con sempre maggiore frequenza. Le responsabilità derivanti dai nostri comportamenti e consumi non sono un’opinione, ma un dato di fatto ormai insindacabile.

    Converrebbe, a tal proposito, rileggere con attenzione alcuni passaggi dell’enciclica Laudato Si’ che non si limita a denunciare lo stato di sofferenza del pianeta, ma riconduce i dissesti ecologici a una crisi che è anche sociale, etica, globale e che origina sempre nuove disuguaglianze. Per continuare a vivere in questi luoghi, bellissimi ma fragili, necessitano misure adeguate che contribuiscano a restituire prospettive di speranza.

    Ma serve, anzitutto, ripensare ai modelli di sviluppo, per assecondare le funzionalità ecosistemiche, senza la pretesa di costringere i torrenti in alvei ristretti, di costruire ovunque, di aumentare le emissioni di anidride carbonica e di altri gas che favoriscono l’effetto serra. Ciò significa agire anche sui consumi, pensare a ridurli evitando sprechi, a rinaturalizzare i corsi d’acqua piuttosto che a nuove arginature, a coltivare i boschi rispettando maggiormente la vocazione (impianto coetanei sono più fragili). Va rilevato che è falsa e fuorviante l’idea che i disastri siano dipesi dall’abbandono. Certo adeguate manutenzioni sono necessarie e auspicabili, ma dovremmo prepararci ad affrontare altri eventi con la consapevolezza che la Natura esige maggiore rispetto e attenzione.

    Ovviamente si auspica che quanto prima vengano risolte le emergenze per assicurare i bisogni primari, ma va sempre privilegiata la ricerca del bene comune rispetto ai pur legittimi interessi privati. Per semplificare, continua ad aver senso pensare a nuovi impianti per lo sci alpino considerato l’attuale trend climatico? Siamo davvero sicuri che essi siano la panacea per promuovere nuovo sviluppo? E visto che le nostre acque sono già ovunque molto sfruttate ha senso insistere con nuove centraline?

    Rispettare gli equilibri e le leggi degli ecosistemi naturali diventa il principio fondante di un nuovo approccio al nostro modo di utilizzare le risorse che il pianeta mette a disposizione e che, attualmente, sono anche alla base di profonde disuguaglianze.

    In questo evento, a parte i morti e i disagi che richiederanno tempo e investimenti per un ripristino almeno essenziale, ha colpito la devastazione del patrimonio boschivo, manifestatasi in una misura senza precedenti (pur auspicando che la stima di 100000 ettari distrutti, corrispondenti alla metà dell’intero patrimonio boschivo provinciale sia un arrotondamento in eccesso). I danni risultanti, in attesa di un censimento preciso, sono paragonabili forse solo ai due eventi bellici del secolo scorso. Solo un senso di profondo rispetto, derivante anche dalle conoscenze scientifiche, ci potrà aiutare a individuare soluzioni per superare un quadro che non è ancora definito nelle sue dimensioni e nell’irregolare ripartizione geografica, ma che non lascia dubbi circa la sua origine e i nefasti risultati di scelte che hanno privilegiato risultati economici di breve periodo rispetto ai tempi richiesti dagli ecosistemi per rigenerare la loro capacità produttiva e di stabilizzazione. Non mancano, in proposito, correnti di pensiero che tenderanno a individuare le cause nell’abbandono e nello scarso sfruttamento del patrimonio forestale. Ciò significherebbe allontanarsi dalle cause reali e insistere ciecamente nelle forme tradizionali di sfruttamento, penalizzando sempre più le generazioni future, verso le quali stiamo indebitandoci forse irreversibilmente. Necessita, quindi, ripensare, anche con molta umiltà, il nostro stile di vita, la logica dei consumi, i principi sui quali poggiare la sempre sbandierata crescita, vista come unica panacea per poter star meglio anche quando i segnali sono inequivocabili e vi è certezza che le risorse del pianeta sono limitate e che insistere nel raschiare il barile può solo prolungare l’agonia.

    Ph. Pixcube
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    la_guerra_degli_alberi
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    www.facebook.com/groups/GRIGNA/

    www.piuvallitv.it/news/2018-08-15_d...orx7_g.facebook

    ORDINANZA COMUNE BERZO INFERIORE

    http://dati.comuniweb.voli.bs.it/files/?Id...&InBrowser=true

    ACQUA_GRIGNA_CONTAMINAZIONE

    MANO_SPORCA
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    http://www.provincia.bergamo.it/provpordoc...ossier_2017.pdf

    www.quibrescia.it/cms/2018/06/14/ri...nuovo-processo/


    Rifiuti ex Selca, udienza verso un nuovo processo
    5 imputati per altro procedimento da stabilire dopo seconda vicenda giudiziaria. Memorie difensive e Berzo Demo chiede di essere parte civile.
    Mercoledì 13 giugno al tribunale di Brescia si è aperta un’udienza preliminare per la richiesta di un processo “bis” sulla vecchia fonderia Selca di Berzo Demo, nel bresciano. Si fa riferimento alla seconda inchiesta che ora vede alla sbarra in cinque tra Piergiorgio Bosio amministratore unico della società dal 1997 al 2007, Flavio Bettoni presidente del consiglio di amministrazione dell’ex Selca dal 2007 al 2010, il procuratore speciale Ettore Vacchina, Michele Carta Mantiglia che è stato consigliere delegato dal 2007 fino al fallimento dell’azienda e il curatore fallimentare Giacomo Ducoli.Nel corso dell’udienza sono state depositate varie memorie difensive, mentre il Comune di Berzo Demo ha chiesto di costituirsi parte civile. Tra le istanze presentate dagli avvocati, c’è quella a favore di Bettoni per presunta mancata bonifica e nel fatto che non fosse più in Selca dal 2010 e che non sarebbe stato obbligato a quel compito. Anche sull’accusa di traffico illecito di rifiuti si contesta il fatto che Bettoni sia già passato da un processo identico che l’ha visto assolto perché il fatto non sussiste. Il giudice deciderà nell’udienza aggiornata al 24 ottobre.


    www.bresciaoggi.it/territori/valcam...inare-1.6568851
    Memorie depositate dalle difese, da un lato e richiesta di costituzione di parte civile dall’altro. Si è aperta in questo modo l’udienza preliminare sulla richiesta di processo originata dalla seconda vicenda giudiziaria scaturita dall’ex Selca. Gli imputati sono cinque, oltre all’azienda di Berzo Demo: Piergiorgio Bosio, amministratore unico della società dal 1997 al 2007,Flavio Bettoni, presidente del consiglio di amministrazione dell’ex Selca dal 2007 al 2010, Ettore Vacchina, procuratore speciale, Michele Carta Mantiglia, consigliere delegato dal 2007 alla data del fallimento dell’azienda, Giacomo Ducoli, curatore fallimentare. Nell’udienza di ieri il comune di Berzo Demo ha chiesto di costituirsi parte civile. NELL’UDIENZA sono state depositate due memorie difensive, dagli avvocati Luigi Frattini e dall’avvocato Alessandro Stefana. Diversi i reati per cui si chiede il processo per i vari imputati. Per quanto riguarda Flavio Bettoni l’accusa sostiene tra l’altro che non avrebbe provveduto alla bonifica. Il legale spiega nella memoria, innanzitutto, che Flavio Bettoni non ha più avuto ruoli in Selca dal febbraio 2010 e che i provvedimenti a lui contestati non prevedevano questo obbligo. Per quanto riguarda l’accusa di traffico illecito di rifiuti viene evidenziato che quanto contestato è già stato al centro di un processo che si è concluso con l’assoluzione perché il fatto non sussiste e che quindi sarebbe un «illecita duplicazione». L’udienza è stata aggiornata al 24 ottobre prossimo. •

    M.P

    www.piuvallitv.it/news/2018-03-30_si-riapre-il-caso-selca

    Edited by vincenzab - 23/12/2018, 09:44
408 replies since 22/8/2013
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