Vallecamonica: Ambiente, Natura e Umano Sentire

Posts written by vincenzab

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    festa_grigna_2018
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    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...o-giudizio.html
    Su Michele Carta Mantiglia....... E poi c' è l' altra singolare scoperta: che riguarda un altro consulente, il ragioniere Michele Carta Mantiglia, 50 anni, originario di Bergamo, l' uomo che - stando agli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli - «non risultava neppure iscritto all' albo, non esercitava in uno studio professionale e dunque era nell' impossibilità di ottenere quella consulenza». Ciò nonostante, sottolineano gli inquirenti, il ragioniere sarebbe stato pagato 413 euro al giorno. Chi l' aveva deciso? Per rispondere a questa domanda - sottolineano gli investigatori - è stato necessario superare una barriera di «non so», «non l' ho deciso io», «non era nei miei compiti». Fino a scoprire che, sul caso Carta Mantiglia, mentre Bassolino aveva stabilito per lui, nero su bianco (nel decreto di nomina numero 491, a firma del governatore), di prevedere solo i compensi determinati dalle tariffe professionali, con una nota parallela il subcommissario Facchi «travalicando i poteri di sua competenza», scrivono gli inquirenti, «dava precise indicazioni ad altro dirigente della struttura commissariale, in ordine al riconoscimento, per Carta Mantiglia, del rimborso dei costi relativi agli spostamenti effettuati, anche se nel decreto di nomina tale rimborso non era previsto»

    www.linkedin.com/in/michele-carta-mantiglia-4355384a/

    www.bergamonews.it/2009/07/21/rifi...amaschi/118242/

    www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/seque...venago-1.754337
    Cavenago d'Adda, 13 marzo 2015 - Rifiuti non autorizzati sarebbero stati conferiti nella discarica di Cavenago d’Adda attraverso bolle d’accompagnamento false. E questo avrebbe inquinato le acque sottostanti. Sono scattati due giorni fa i sigilli alla più grande discarica del Lodigiano. Dalle prime ore della mattina, il Corpo Forestale di Lodi, su ordine della Procura, ha posto sotto sequestro preventivo l’impianto gestito dalla EcoAdda srl. Nel registro degli indagati sono finiti i tre responsabili della società, Giuseppe Chirico, 56 anni, Massimo Cozzi, 52 anni, e Michele Carta Mantiglia, 56 anni, ai quali sono contestati i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, atto falso e danneggiamento di acque pubbliche sotterranee.

    www.antinocivitabs.org/la-storia-di-un-altro-buco.html
    Socio accomandante della Eracles sas è Michele Carta Mantiglia, nome noto alle cronache anche giudiziarie del mondo dei rifiuti, soprattutto dopo essere stato rinviato a giudizio insieme all’ex presidente della regione Campania Antonio Bassolino, per reati ipotizzati nella complessa vicenda dei rifiuti di quella regione e del suo capoluogo. Michele Carta Mantiglia pare, peraltro, vantare buone amicizie anche nella giunta provinciale di Brescia.

    http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...746876429.shtml
    Michele Carta Mantiglia è amico di Giulio Facchi oltre che bergamasco come lui. Venne nominato da Bassolino consulente nel 2002 per curare i rapporti del commissariato con gli impianti di smaltimento dei rifiuti in Lombardia, ai quali la Campania si rivolgeva per smaltire le migliaia di tonnellate di spazzatura giacenti in strada. Si era già occupato di rifiuti: era stato infatti amministratore delegato e detentore di una parte del capitale di Ecolservice Italia srl, compagine costituita nell’ottobre 1986. Oggetto sociale: raccolta, trasporto anche per conto terzi, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti. La parte restante del capitale di Ecolservice — 87,17% — era di Ecoltecnica Italiana spa, sino al luglio 1998 controllata da Giorgio e Salvatore Di Francia e da Domenico La Marca, i quali hanno gestito, tra l’altro, la discarica di Pianura per decenni.

    www.fmconsul.it/lavori_5.html

    La società opera nel campo della consulenza ambientale e della produzione di energia.
    Il suo amministratore unico è il Sig. Michele Carta Mantiglia.
    Di seguito si elencano i lavori più significativi svolti negli ultimi 10 anni.
    Ditta Selca S.p.a.

    Intervento
    Assistenza tecnico-amministrativa delle problematiche ambientali relative allo smaltimento di SPL (Spent Pot Liner) dell'azienda. Fatturato 70 milioni di euro.

    Attività
    Assistenza tecnico-amministrativa
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    www.teleboario.it/tbnews/selca-nuov...-forno-allione/

    SELCA, NUOVO CICLONE A FORNO ALLIONE

    Nuovo atto della Magistratura sul caso Selca. Dopo le richieste di rinvio a giudizio per sei persone, il giudice per le indagini preliminari ha fissato l'udienza al 13 giugno

    www.bresciaoggi.it/territori/valcam...inque-1.6398952

    Si è aperto un nuovo capitolo della tormentata vicenda della ex «Selca» di Forno Allione: una storia industriale sfociata in un caso giudiziario che si trascina ormai da quasi dieci anni.
    Sembrava che tutto fosse finito con l’assoluzione in appello dei principali protagonisti accusati di traffico internazionale di rifiuti.
    21 marzo 2017 il giudice per le indagini preliminari Alessandro D’Altilia ha riaperto i giochi..
    Il magistrato ha infatti fissato per il prossimo 13 giugno l’udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio (depositata lo scorso 20 febbraio dal pubblico ministero Sandro Raimondi) nei confronti di Piergiorgio Bosio, amministratore unico della società dal 1997 al 2007.
    Insieme a Bosio sono al centro della richiesta di processo avanzata dal pm Flavio Bettoni, presidente del consiglio di amministrazione della ex Selca dal 2007 al 2010, Ettore Vacchina, procuratore speciale, Michele Carta Mantiglia, consigliere delegato dal 2007 alla data del fallimento dell’azienda, Giacomo Ducoli, curatore fallimentare, e la stessa società nella persona del rappresentante legale pro tempore, ovvero il dottor Ducoli. Bosio, Bettoni, Vacchina e Carta Maniglia sono accusati di aver concorso tra loro nel reato colposo contro la salute pubblica. Il curatore fallimentare di una serie di reati in materia ambientale, che spaziano dalla gestione di rifiuti senza la prescritta autorizzazione alla bonifica non avvenuta dei siti.

    SEMPRE Ducoli, in veste di rappresentante della Selca, è nel mirino per l’ipotesi degli illeciti amministrativi previsti dall’articolo 25 del decreto legislativo numero 231 del 2001: il regolamento che disciplina le responsabilità amministrative. Infine, Bettoni e Carta Maniglia sono finiti sul percorso del pubblico ministero per i delitti considerati e puniti dagli articoli 110 del Codice penale e 260 del decreto legislativo 152 del 2006 (trattamento di rifiuti nelle adiacenze di impianti per la gestione delle acque reflue urbane e gestione abusiva di un ingente quantitativo di rifiuti)....
    Lino Febbrari


    www.piuvallitv.it/news/2018-03-30_si-riapre-il-caso-selca

    Edited by vincenzab - 1/4/2018, 15:41
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    www.bresciaoggi.it/home/spazio-lett...abili-1.6396496

    Egregio direttore, c’è qualcosa che non torna, c’è qualcosa che non convince, c’è qualcosa che mi sfugge in queste ricorrenze per i quarant’anni trascorsi dal rapimento di Aldo Moro e l’uccisione degli uomini della sua scorta: Domenico Ricci (anni 42), Oreste Leonardi (anni 52), Giulio Rivera (anni 24), Francesco Zizzi (anni 30) e Raffaele Iozzino (anni 24). Nomi non numeri. Sì, c’è uno stramaledetto odore di bruciato in tutto ciò. C’è un fetore insopportabile che sento. Un odore di melma putrida. Di marcio, oserei dire, mi si passi il termine: di sterco. E lo sento quando prendono la parola questi «terroristi», ma che sarebbe meglio chiamare col loro giusto nome: «assassini». I nomi? Morucci, Gallinari, Faranda, Bonisoli, Fiore, Balzerani e potrei aggiungerne molti altri. Hanno pagato, si dice. La giustizia li ha presi. Le sentenze ci sono state. 20 anni di carcere o 30. Usciti a fare lavori socialmente utili e via discorrendo. Alcuni mai pentiti. Alcuni pentiti per convenienza. Altri audaci scrittori, come la signora Balzerani. Eppure quando li ho ascoltati, in televisione in questi giorni, vedevo i loro volti, ascoltavo le loro parole, anche i loro pentimenti. Ma non erano sufficienti. No! Non sono davvero, nemmeno dopo 40 anni, sufficienti. Si perché tutto questo non basta, non serve a restituire ai figli orfani i loro padri. Alle vedove i loro mariti. Gli anni che le vedove e gli orfani hanno trascorso nel silenzio e nella solitudine non si cancellano nemmeno con il tempo. Rimangono indelebili nelle loro vite. Per sempre. Coloro che hanno tramutato le idee in proiettili dovrebbero stare molto attenti all’utilizzo delle parole. Coloro che inneggiavano allo «Stato Imperialistico delle Multinazionali» e proclamavano sentenze di morte in nome del «Tribunale del Popolo» dovrebbero ancora oggi, evitare simili affermazioni: «C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te…Non è che se vai a finire sotto un’auto sei una vittima della strada per tutta la vita, lo sei nel tempo che ti aggiustano il femore». (Dichiarazione resa dalla signora assassina (o ex assassina, come la volete chiamare?) Barbara Balzerani, dal 2011 definitivamente in libertà) giorni addietro. Che ardite parole! Che coraggio lorsignori! Che arguzia che hanno. Qualcuno li ha definiti il «ceto riflessivo armato» o ancor meglio: «gli intellettuali del mitra». Ma coloro che ammazzano alle spalle o a bruciapelo vengono definiti solitamente vigliacchi e infami insieme, e probabilmente, visto che alcuni erano anche laureati, semplicemente non avevano compreso i testi che studiavano. O magari avevano un modo estremamente soggettivo per interpretare Emile Durkheim. Ora, invece che chiudersi nel silenzio, salgono addirittura in cattedra e sottolineano che «il diritto di parola o di fare la storia non spetta solo alle vittime». E allora vorrei che la storia la si rammentasse bene soprattutto quando la parola spetta a coloro che impugnavano i mitra e uccidevano. Perché c’è una sostanziale differenza fra il boia e la vittima. Vorrei che non si dimenticasse mai chi teneva in mano un’arma e sparava e chi invece cadeva a terra. Vorrei si rammentasse chi erano coloro che mettevano nelle bare i propri padri o i propri mariti. Perché la Storia deve distinguere non assemblare. Chiunque ancora oggi voglia vedere le farneticazioni o i deliri di questi terroristi armati, può trovare su internet il processo farsa che fecero a Roberto Peci, la cui unica colpa era di essere il fratello di un pentito delle Brigate Rosse. Proclamavano sentenze di morte «in nome del Tribunale del Popolo». Di quale fantomatico popolo avessero la delega per sentenziare condanne a morte non si è mai capito. Probabilmente sarà la psicanalisi fra 100 anni a darci una risposta. E poi, vorrei vedere in televisione anche i figli di queste vittime e chieder loro come, per esempio, dal 16 marzo del 1978 è cambiata la loro vita. Vorrei che qualcuno domandasse alle vedove come è stato per 40 anni «andare avanti». Perché a costoro hanno tolto il futuro dei ricordi. Quelli che avrebbero legato un padre ad un figlio. Una foto di un’infanzia, di una giovinezza che non si è mai realizzata. Di questo futuro negato abbiamo ancora oggi i nomi dei mandanti. Dovrebbero stare molto attenti questi ex brigatisti assassini quando parlano ed altrettanto attenti dovrebbero essere coloro che porgono loro un microfono, una telecamera. Si perché la memoria non si cancella col tempo, figuriamoci i cadaveri. Vi è un bellissimo libro scritto nel 1992 da Sergio Zavoli intitolato la «Notte della Repubblica» e delle inchieste televisive inerenti a quegli anni, che si possono rivedere su sito della Rai. Ecco, forse servirebbe proprio ri-partire da lì, da quel libro, da quel modo «pulito» di fare storia e giornalismo allo stesso tempo. E la scuola dovrebbe fare la sua parte parlando di quegli anni che non sono poi così lontani. L’articolo 27 della Costituzione ci evidenzia che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Credo che, ancora oggi il processo di «rieducazione» per taluni (seppur liberi) non si possa considerare concluso. Angelo Briscioli CAPO DI PONTE
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    http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizi...i-comunicazione

    Il 26 ottobre 2017 a Pisa, nel nuovo centro congressi "Le Benedettine" dell'Università di Pisa, si è svolto - nell'ambito del Festival dell'innovazione in Sanità Pubblica - il workshop "Ambiente e salute: metodi innovativi di comunicazione", promosso dalla Rete Life KTE EnvHealth (Knowledge Transfer and Exchange in Environment and Health).

    La rete LIFE KTE EnvHealth - della quale fanno parte dieci progetti LIFE - è stata istituita dopo il LIFE National Meeting tematico "Partecipazione, percezione del rischio, trasferimento di conoscenze e scambio in ambiente e salute" tenutosi a Firenze il 13 aprile 2016.
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    https://www.giornaledibrescia.it/valcamoni...fiuti-1.3247422

    Non cambiano i titoli di coda sul caso Selca. Dopo il processo di primo grado i fratelli Flavio e Ivano Bettoni, ex proprietario dell'azienda di Berzo Demo in alta Vallecamonica sono stati assolti anche in appello dall'accusa di traffico internazionale di rifiuti.

    La Procura aveva contestato un traffico di materiale carico di cianuri e floruri che Selca aveva importato dall'Australia, passando da Marghera. E rivenduto - questa l'accusa - senza essere trattato. Circa 23mila tonnellate. I giudici di primo grado avevano però definito legittima l'attività di Selca, e così, a questo punto, la pensa anche la Corte d'appello che ha confermato la sentenza.

    «Le miscele prodotte da Selca - scrisse il giudice nelle motivazioni di primo grado - sono state legittimamente preparate per il riutilizzo e vendute come prodotto al di fuori della disciplina dei rifiuti». Buona parte del materiale finito sotto indagine rimase nel piazzale dell’azienda di Berzo Demo dopo il fallimento e per la mancata bonifica la Procura ha già chiuso in a seconda inchiesta: coinvolti ancora i fratelli Bettoni, proprietari all'epoca dei fatti, il curatore fallimentare Giacomo Ducoli e due componenti del consiglio della stessa Selca.

    http://www.gazzettadellevalli.it/edolo/ber...appello-163383/


    Berzo Demo, ex Selca: i fratelli Bettoni assolti anche in Appello
    venerdì, 2 marzo 2018


    Berzo Demo – Gli ex proprietari della Selca, i fratelli Flavio e Ivano Bettoni, sono stati assolti in Appello dall’accusa di traffico internazionale di rifiuti. Secondo i giudici della Corte d’Appello di Brescia l’attività svolta dalla ex Selca a Forno Allione di Berzo Demo (Brescia) era legittima e le miscele prodotte erano state preparate per il riutilizzo e vendute come prodotto al di fuori della disciplina dei rifiuti.
    ....Le motivazioni della sentenza di secondo grado saranno depositate tra sessanta giorni.
    ....La questione, al di là della vicenda giudiziaria, resta aperta perché dovranno essere smaltiti oltre 45mila metri cubi di rifiuti pericolosi presenti sul sito ex Selca. Grazie all’intervento di Regione Lombardia e Comune di Berzo Demo i rifiuti sono stati stoccati o all’interno dei capannoni in sacchi o ricoperti con una guaina speciale che impedisce la dispersione in ambiente per quelli all’esterno....Il Comune ha anche chiesto il risarcimento del danno al curatore fallimentare.
    Sulle scelte futuro e su chi dovrà trovare le risorse per la bonifica e lo smaltimento non è ancora stato trovato un accordo, il Comune insiste che dovrà essere il curatore del fallimento, ma quest’ultimo è di diverso parere
    Scopri di più su http://www.gazzettadellevalli.it/edolo/ber...JuxYeBFT3rm8.99
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    Comunicato di Legambiente


    Alla fine della fiera toccherà a noi cittadini pagare la bonifica della Selca di Forno d'Allione. Finora ne avevamo parlato come del più grande e recente disastro ambientale della valle. Ne abbiamo descritto, come tutti i giornali e persino le televisioni nazionali, come della "nostra terra dei fuochi". Migliaia di tonnellate di rifiuti tossici che prima erano addirittura all'aperto, a fronte di vento ed acqua, ed ora imballate, ma non tutte, sotto i capannoni. Ma il problema, come per l'ex UCAR, era ed è centrato sul come disfarsi delle sostanza pericolose. Sotterrarle come l'ex UCAR sotto un leggero strato di terra ed un telo di plastica nero? No, grazie. Ora, nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del TAR su chi ha il dovere, l'obbligo di risanare l'area della Selca: Non saranno gli ex proprietari né il curatore fallimentare. Tocca agli enti pubblici. Chi? Il comune di Berzo? La Provincia che non ne ha competenza? La Regione che non ha vigilato, anzi autorizzato? Lo Stato? In tutti i casi: NOI, CITTADINI. NOI CONTRIBUENTI. Il principio della recentissima Legge sugli ecoreati non prevede che "chi inquina paga"? Fatta la legge, fatto l'inganno? Il giudice per di più dichiara esplicitamente che nessuna impresa avrebbe interesse ad investire con la consapevolezza poi di dover bonificare il danno ambientale a scapito dei creditori. Cioè i creditori, che di per sé sono le banche, i fornitori , le altre grandi imprese, vengono prima della salute e dell'incolumità dei cittadini. Dopo il danno, la beffa. Con tutti i soldi che sono girati e girano ancora da quelle parti, che siano i cittadini che non c'entano nulla a pagare mi sembra un insulto alle leggi, al buon senso, all'etica industriale. Mi auguro che l'amministrazione di Berzo possa trovare qualsiasi soluzione che non sia a carico della popolazione del suo paese, della valle e della nazione intera. Basta con le fabbriche tossiche, basta con gli scarti industriali, basta con i capannoni vuoti, basta con i supermercati nei prati verdi, basta consumo di suolo inutile, basta veleni nell'aria, basta inquinanti nell'acqua. Basta.

    Presidente: Guido Cenini
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    http://www.repubblica.it/salute/prevenzion...bili-188167564/


    ....La gravidanza e i primi anni di vita rappresentano una finestra di plasticità in cui l’organismo è particolarmente vulnerabile. Le lesioni che avvengono in questo periodo possono avere conseguenze estremamente gravi per la salute" premette Giacomo Toffol, coordinatore del gruppo di pediatri che ha elaborato la nuova edizione del manuale “Inquinamento e salute del bambino" edito da Il Pensiero Scientifico Editore. Nel grembo materno, crescita e differenziazione cellulare procedono estremamente spedite: in questa fase l’esposizione a sostanze tossiche ha una maggiore possibilità di provocare mutazioni e anomalie congenite. Ma i rischi non si esauriscono alla nascita. Nei primi anni di vita, i bambini sono come delle spugne: a parità di unità di peso, mangiano cinque volte, bevono quattro volte e respirano due volte in più rispetto agli adulti. "L’assorbimento è perciò molto maggiore. Ecco perché a nostro parere i limiti e le soglie dei vari inquinanti dovrebbero essere tarati sui bambini e non sugli adulti" prosegue Toffol, ricordando come l’inquinamento sia correlato a un ampio ventaglio di patologie......inquinamento_salute_bambino600x535_0
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    dalla pagina fb del curatore fallimentare ex selca
    materiali_ex_selca_sistemazione_gennaio_2017materiali_ex_selca_sistemazione_gennaio_2017_0

    situazione del 17 gennaio 2017
    ERA ORA!!!!!

    leggo dalla pagina fb del curatore fallimentare
    Fallimento Selca Spa - Berzo Demo
    In data 4/12/2017 è stata pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato del 9/11/2017 che ha accolto l'appello, tra gli altri, del curatore del Fallimento Selca Spa, riformando la sentenza del TAR di Brescia, accogliendo i ricorsi di primo grado, annullando l'Ordinanza della Provincia di Brescia. Una grande soddisfazione, una liberazione, la riaffermazione di principi basilari della nostra legislazione.

    le leggi italiane sono proprio come le descriveva Manzoni nei Promessi Sposi degne di azzeccagardugli

    non hanno ancora compreso i legislatori che è la Terra che deve essere tutelata, se viene lasciata ai predatori...non rimane nulla per le generazioni future...abbiamo a che fare con politici e legislatori miopi, scarsamente lungimiranti...e c'è anche chi in modo superficiale e saccente ne fa un vanto. Povera patria!!!!
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    http://www.bresciaoggi.it/territori/valcam...ntali-1.6035412


    ....L’eredità di un passato pesante e i timori per il futuro sono motivi più che sufficienti per guardare con sorpresa e preoccupazione, a Malonno e nella dirimpettaia Berzo Demo, al recente passaggio di proprietà della «Graftech» di Forno Allione, l’azienda che a metà degli anni ’90 ha raccolto l’eredità dell’Ucar Carbon; una realtà con a libro paga una trentina di dipendenti che si occupano della realizzazione di pezzi speciali in grafite.

    ...IL NUOVO cambio di casacca della Graftech (in una lettera diffusa in queste ultime ore un comitato locale non esita a definirlo un gioco di scatole cinesi) viene spiegato dai vertici italiani della multinazionale come una semplice cessione di ramo d’azienda.

    ...Quindi nessuna fuga dalla Valcamonica come affermano alcune indiscrezioni? «Assolutamente no. Come ho spiegato la scelta è stata a livello globale e Graftech continuerà a operare - afferma Piacquadio -. Per quanto riguarda la commercializzazione dei nostri prodotti e la gestione delle proprietà, quelle per intenderci che non rientrano nel comparto della grafite speciale, come il sito di Malonno, siamo tuttora presenti. Per cui tutte le altre strutture e aree di Forno Allione restano in capo a Graftech international e nella fattispecie a Graftech spa».
    Pare insomma di capire che l’eventuale bonifica e messa in sicurezza della famigerata «collina dei veleni» (la discarica alle spalle del sito industriale nella quale per decenni sono state riversate enormi quantità di materiali pericolosi), se mai dovessero aver luogo, come più volte prospettato dal sindaco di Berzo Demo Gian Battista Bernardi, competeranno esclusivamente alla multinazionale statunitense.
    Lino Febbrari
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    http://www.montagneepaesi.com/mp/index.php...econdo-la-legge


    Sono state rese note le motivazioni della sentenza della conclusione del processo del 23 aprile scorso con cui il Tribunale di Brescia aveva assolto i fratelli Flavio e Ivano Bettoni, i titolari della ex Selca, dall'accusa di traffico illecito di rifiuti.

    Le motivazioni scritte dal Giudice descrivono in maniera completamente diversa le vicende che avevano portato al fallimento dell'azienda specializzata nel recupero di celle elettrolitiche dismesse provenienti persino dall'Australia per destinarle ai cicli produttivi delle acciaierie e dei cementifici. “Va osservato come i comportamenti in concreto tenuti da Selca siano sempre stati improntati alla massima chiarezza e trasparenza, non negando le caratteristiche dei rifiuti lavorati e dei prodotti realizzati, ma cercando di evidenziarne su base scientifica il fondamento ecologico oltre che economico”, dice un passaggio chiave del dispositivo del Giudice Maria Chiara Minazzato. Il sindaco di Berzo Demo, Gian Battista Bernardi dopo la sentenza aveva annunciato di non voler fare ricorso ma di essere soprattutto interessato a fare in modo che i cumuli di rifiuti ancora presenti nell'area della Selca fossero rimossi il prima possibile. A Forno Allione ci sono circa 50mila metri cubi di materiale, messo in sicurezza parte dentro capannoni, le cui coperture sono state sostituite a spese della curatela fallimentare, parte sui piazzali con idonea copertura. Il tribunale oltre ad escludere la sussistenza del traffico illecito per il quale la Procura, rappresentata dal pm Mauro Leo Tenaglia aveva chiesto di condannare i Bettoni a 4 anni di reclusione, ha escluso anche l'elemento soggettivo e dunque i Bettoni “hanno operato non solo in regime di autorizzazione, ma anche in conformità alla legge ed hanno tenuto un atteggiamento improntato sempre alla massima chiarezza e trasparenza”, si legge ancora nella sentenza. Intanto si attendono ancora due procedimenti:

    il recente ricorso al Tar del curatore fallimentare contro l'ordinanza del Sindaco di Berzo Demo Gianbattista Bernardi di procedere alla bonifica profonda con verifica delle falde acquifere

    mentre si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha deciso di rinviare la discussione sul ricorso presentato da Flavio Bettoni e dal curatore fallimentare Giacomo Ducoli in merito all'obbligo di effettuare lo smaltimento dei rifiuti e la bonifica del sito industriale, sulla base dell'ordinanza della Provincia di Brescia. Ci sarà dunque qualche mese di tempo per verificare se sul mercato ci siano acquirenti interessati ad acquistare e lavorare i rifiuti stoccati a Forno d'Allione e destinarli a un nuovo utilizzo. Fin dal 2014 il sito era stato oggetto di analisi, ricerche, campionature, esami ad ogni livello da parte di Corpo forestale dello Stato e Arpa, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che aveva effettuato un sopralluogo emettendo un giudizio severo sull'area ex-Selca.
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    Locandina_rifiuti
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    locandina_biodistretto_A4
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    https://www.scribd.com/document/359588140/...i-inquina-paga#

    https://www.scribd.com/document/107165286/...Della-Giustizia
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    corso_online_cura_e_prevenzione_dellobesit_infantile_tecniche_metodi_genitori_life_learning


    Il corso l'ho trovato innovativo ed educativo. E' un utile strumento di qualificata divulgazione scientifica, che offre alle famiglie metodi efficaci per cambiare il proprio stile di vita. Il percorso è a piccoli passi, consentendo così ad ognuno di procedere con i propri tempi e soprattutto focalizzandosi sulle motivazioni che rendono efficace il percorso verso il cambiamento dello stile di vita.
    Lo consiglierei non solo alle famiglie, ma anche agli operatori sanitari, agli educatori e agli insegnanti ovvero a tutte le figure che sono coinvolte nella crescita dei bambini.
408 replies since 22/8/2013
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