Ex SELCA Forno D'Allione

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    la conoscenza per la conoscenza, non per il potere nè per il successo

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    www.teleboario.it/tbNews.asp?idV=13748

    STORIA SELCA

    DATI AMMINISTRATIVI:
    GRUPPO SELCA, località FORNO D'ALLIONE EX UCAR LOTTO B BERZO DEMO, NATA NEL 1998
    INTERVENTI BONIFICA AMBIENTALI SU DIVERSE TIPOLOGIE ACQUE, TERRENI EX SITI.
    In specifico l'azienda svolgeva: operazioni di stoccaggio e trattamento finalizzate al recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, mediante operazioni di messa in riserva [R13], riciclo / recupero dei metalli e dei composti metallici [R4] e di altre sostanze inorganiche [R5]; i materiali decadenti dalle operazioni di trattamento erano commercializzati come materie prime secondaria [m.p.s.] destinate, ad esempio, all’industria metallurgica e ai cementifici (SILVIA di procedura regione lombardia espressa per compatibilità ambientale......12920 09/12/2010 Identificativo Atto n.889 www.cartografia.regione.lombardia.i...e/procedure.jsf)

    http://db.formez.it/misure2000_06.nsf/6ba9...ombardia_51.pdf
    un esempio di tipologia di rifiuto....


    FEBBRAIO 2010 il proprietario della SELCA è BETTONI
    www.studioducoli.it/Comunica%20fall...e%20Estrusi.pdf
    www.vallecamonica.net/news_visualizza.asp?id_news=8416

    Un brutto (e inatteso) colpo basso per i dipendenti del gruppo Selca di Forno Allione: da un giorno all´altro si sono trovati senza un datore di lavoro. Infatti, a inizio settimana, tramite una nota banca inglese, l´azienda che fa capo alla famiglia Bettoni e che opera nell´estrusione dell´alluminio e nel riciclaggio delle scorie di altiforni, sarebbe stata ceduta a una società di un imprenditore napoletano; un´operazione che sarebbe andata in porto senza informare preventivamente i lavoratori e neppure le organizzazioni sindacali territoriali......PURTROPPO la situazione è estremamente delicata ed è degenerata lunedì - ha chiarito Daniele Gazzoli segretario comprensoriale della Cgil - . Qui infatti ci troviamo di fronte a un´ assenza completa di informazioni. In via informale ci hanno comunicato che l´azienda sarebbe stata venduta a una banca di Londra, che opera in nome e per conto del gruppo Catapano di Napoli....



    Bettoni vende SELCA ad una società inglese o banca (dato informale)

    MARZO 2010 la società inglese vende SELCA al gruppo CATAPANO

    GIUGNO 2010 SELCA fallisce
    Il tribunale di Brescia sentenza depositata in data 14 Giugno 2010, ha dichiarato
    il fallimento della società SELCA S.P.A., con sede in Berzo Demo (BS), Area ex
    Ucar Lotto B Fraz.Forno Allione, in persona dell’Amministratore Unico
    PORTANOVA GENNARO, nato a Pozzuoli (Na) il 9/9/1966, residente a
    Mondragone (Ce) Via V.Emanuele II n.120.
    Il Tribunale di Brescia ha altresì nominato Giudice Delegato il Dott.Raffaele Del
    Porto e Curatore il sottoscritto Dott.Giacomo Ducoli

    www.studioducoli.it/Comunica%20fallimento%20Selca%20Spa.pdf


    Chi è il gruppo Catapano?

    CRISI DI LEGALITÀ
    www.mircogastaldon.it/wp-content/up...09/FUTURA-1.pdf
    La crisi economica ha reso più evidente la presenza della criminalità organizzata in Veneto e a Padova. Lo dimostrano le ultime Relazioni della Direzione Investigativa Antimafia, che segnalano un significativo aumento dei reati “spia”: estorsione, usura, corruzione e concussione. Nell’ultimo biennio la penetrazione mafiosa è stata confermata da numerose inchieste. In particolare, l’operazione “Serpe” contro un’associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e all’usura, basata sulla società “Aspide” di Selvazzano, che ha coinvolto 135 titolari di aziende in crisi; e l’indagine sul Gruppo finanziario Catapano, dove è emerso un sistema di fallimenti pilotati gestito dal clan camorristico Gionta. Inoltre i clan sono presenti nelle zone più ricche e dinamiche del Paese, come il Veneto, per riciclare i proventi illeciti. A riguardo si veda l’ultimo rapporto dell’Unita di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, che riporta 1.150 operazioni sospette segnalate nella regione da gennaio a giugno 2011. Il riciclaggio utilizza un’area “grigia” fatta di professionisti e imprenditori locali, e attività ad alta redditività come edilizia, grande distribuzione, rifiuti ed energie rinnovabili. Per questo la politica e le istituzioni devono intensificare i controlli e tenere alta l’attenzione


    www.newsfood.com/q/87bf35e6/vicenda...enale-a-padova/
    www.newsfood.com/q/cb04d57f/lino-ca...ed-9-settembre/
    del gruppo catapano se ne occupa anche PRESA Diretta qui il link alla puntata: Video
    www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/loc...mbientali.shtml

    SETTEMBRE 2010

    c'è l'intento da parte del curatore fallimentare di cedere o affittare il complesso aziendale relativo all'estrusione di alluminio Il fallimento SELCA SPA, intende cedere o affittare il complesso aziendale relativo all’attività di estrusione di alluminio posto in apposito capannone industriale in Località Forno Allione di Berzo Demo (Bs). Il ramo di azienda in oggetto comprende la linea di estrusione e le relative macchine utensili, i mezzi di movimentazione interni, altre attrezzature, matrici, impianti e ricambi specifici.

    29.03.2011 arresto di Guido Catapano
    www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/697131.pdf

    BRESCIA OGGI http://mobile.bresciaoggi.it/stories/Econo...ra_commerciale/
    Nessun passaggio di quote azionarie o di proprietà tra il gruppo Catapano e la Selca di Forno Allione, in Valcamonica. La precisazione, che ha il sapore del colpo di scena, arriva dall'ufficio legale della società con sedi a Napoli e Milano, è contenuta in una nota nella quale, tra l'altro, viene specificato che il rapporto tra le due realtà «è di mera natura commerciale».
    CATAPANO, nel documento, evidenzia, inoltre, che «attraverso la Califin spa, una
    propria controllata, ha semplicemente acquistato crediti dalla Selca mediante una
    regolare e trasparente operazione finanziaria». L'ingresso sulla scena del gruppo
    attraverso la Califin è emerso da fonti sindacali nel marzo scorso. In quel mese le
    organizzazioni di categoria si sono incontrate con Alfonso Giuliano cercare in rete: si è qualificato come rappresentante della nuova realtà, annunciato anche il cambio di nome dell'azienda (si sarebbe chiamata "Buona srl"), prospettando un piano industriale entro un mese e ipotizzando un accordo sull'utilizzo della Cassa ordinaria. Una presenza successivamente svanita nel nulla, con conseguente ulteriore preoccupazione dei lavoratori.
    CATAPANO, però, prende le distanze anche dall'ipotetico rappresentante. «Non c'è
    nessun Alfonso Giuliano tra le 550 persone che lavorano per il nostro gruppo – spiega Domenico Ascolese, responsabile delle relazioni esterne -. Dico ai sindacati di fare attenzione agli interlocutori che si presentano loro. Consideriamo l'accaduto un danno di immagine non indifferente: per questo ribadisco che tra noi e Selca c'è un rapporto meramente commerciale e nessun interesse industriale in un settore che non rientra tra quelli di nostro interesse, concentrato su finanziario ed editoriale»

    Ma Portanova Gennaro è collegato ai Catapano?

    di lui si parla:

    in questo articolo reperebile a questo link:
    http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/...atori-1.3644693

    SASSARI. «Non siamo bancarottieri, ma vittime di una truffa». Parla Rita Tilocca, con i fratelli ex socia dell'azienda d'arredamenti di Ossi chiusa per fallimento. In realtà, Rita (48 anni), accompagnata dal fratello Ottaviano, di 42, preferisce affidare la ricostruzione della vicenda al consulente che ora cerca di tirarli fuori da una «truffa», sostengono. Sono persone offese nel processo a chi si era offerto di salvare la loro società, la "Grande Ufficiale eredi Tilocca", operazione rivelatasi inutile. Ma prima ancora, avevano affidato i loro beni a un trust, un modo per liberarsi solo formalmente di beni che potrebbero essere a rischio, perché aggrediti da creditori. Anche per questo passaggio controverso hanno una spiegazione: «Sono stati indotti a firmare carte senza capire di cosa si trattasse. Tanto che ora i Tilocca non possono disporre del proprio patrimonio, affidato a un trust del quale non hanno mai avuto il controllo», spiega il commercialista che li assiste, Alessandro Sassu. Per quasi due ore cercano di ricostruire il declino, dall'opulenza del boom economico cavalcato dal capofamiglia, Fernando Pietro Tilocca (morto nel 1996), fino alla crisi che ha portato gli 11 fratelli, in due anni, a perdere tutto. Il Tribunale li ha dichiarati falliti per circa 2 milioni di euro di debiti, verdetto confermato dalla Corte d'Appello. Ma loro si dicono disposti a far fronte a tutte le obbligazioni, purché ovviamente riescano a rientrare in possesso del patrimonio. Che - sostengono - hanno praticamente perduto due volte. Forse in due operazioni sospette, quantomeno maldestre. Il trust. A gennaio 2010, sei mesi prima dell'istanza di fallimento presentata a luglio dai dipendenti, i Tilocca decidono di affidare il patrimonio di famiglia - gli appartamenti in cui vivono e qualche terreno - a un trust. «Lo facemmo perché così ci era stato suggerito da un commercialista e da un avvocato di Sassari che ci avevano prospettato la ristrutturazione dell'azienda», raccontano. È il 2009, la società di Ossi - che fino a poco prima poteva contare su un giro d'affari di 4 miliardi di lire - inizia ad accumulare debiti. La famiglia cerca aiuto, si affida a due professionisti, un commercialista e un avvocato dei quali però non vogliono rivelare l'identità. Sarebbero stati questi due consulenti ad elaborare un piano che prevedeva l'affidamento dei beni a due trustee (fiduciari), che fanno capo a due società: la Brimpton Holdings Limited con sede alle Seychelles e la New Italian Service, di base a Londra. «Tutt'oggi non sappiamo chi ci sia dietro queste società. A un certo punto abbiamo perso i contatti con un torinese che ricopriva il ruolo di amministratore, scelto dai due professionisti», racconta Rita Tilocca. Pian piano, la famiglia avrebbe iniziato a perdere i contatti con l'amministratore, poi la fiducia nei due professionisti è venuta meno. «I Tilocca hanno capito che della ristrutturazione promessa non c'era traccia», interpreta Sassu, il nuovo consulente. Da allora, stando alla versione che riferiscono a La Nuova Sardegna, avrebbero «perso il controllo dei beni». Una vicenda ora al vaglio della curatela fallimentare, che ha già informato la procura della Repubblica di tutti gli aspetti da chiarire nella procedura. Ma perché, quando hanno iniziato a "perdere" il controllo del trust, non hanno presentato un esposto alla magistratura? «Perché quando ce ne siamo accorti - è la spiegazione - era già in corso il fallimento e abbiamo informato il curatore». La Tilocca in saldo. Ma il peggio deve ancora arrivare. «Quando capimmo di essere stati raggirati, incontrammo altre persone che ci promisero aiuto. Eravamo disperati». Qui la vicenda si complica, e lo scenario cambia - da Ossi a Castel Volturno. Il sedicente salvatore lo incontrano ad un convegno organizzato alla Camera di Commercio di Sassari, il 20 novembre 2010, sull'usura bancaria, dal Forum Nazionale Antiusura, all'epoca presieduto dall'onorevole Domenico Scilipoti (il mese successivo avrebbe lasciato l'Idv per appoggiare il governo Berlusconi) e dall'Osservatorio Parlamentare Europeo e Consiglio d'Europa, Commissione Giustizia, Affari Interni e Libertà Civili, l'"Ope". Sembrano due marchi a garanzia della tutela dei deboli. Anzi, il dottor Giuseppe Catapano - che dell'Osservatorio è presidente - presenta l'Ope Impresa, una Fondazione per la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese. Ai Tilocca non sembra vero (così assicurano) ed entrano nell'orbita di Catapano. Il quale «prospetta loro la possibilità di una ristrutturazione aziendale mediante cessione delle quote a Francesco Pagliaro e Gennaro Portanova», nuova sede a Castel Volturno, si legge nel capo d'accusa che pende oggi sui tre. Qualche mese dopo il convegno di Sassari - il 28 marzo 2011 - Catapano sarà infatti arrestato con l'accusa di essere a capo di un'associazione che rastrellava aziende in decozione in tutta Italia. Compresa (secondo i pm) la "Grande ufficiale" dei Tilocca, i quali con atto notarile del 23 dicembre 2010 avevano versato le quote, per un euro, ai due napoletani presentati da Catapano, Pagliaro e Portanova. «Ci avevano promesso di risanarla, e che poi avremmo diviso i guadagni», è la spiegazione ad una manovra che appare ingenua. «Invece noi siamo falliti e loro no». Sarà la procura, ora, a fare un po' di chiarezza.


    E' doveroso fare una piccola premessa su come la bonifica ambientale possa assumere caratteri inquietanti e sia la base per affari illeciti ….tratto dalla commissione di inchiesta su ciclo dei rifiuti ed attività illecite in Lombardia www.camera.it/_dati/leg16/lavori/do...13/00000012.pdf
    ...”La bonifica ambientale costituisce una delle principali attività illecite che riguarda il ciclo dei rifiuti pericolosi, le quali si alimentano grazie a una contraddizione di fondo del sistema. Se da un lato, infatti, quello delle bonifiche è un ecobusiness dai profitti elevati,soprattutto per le imprese che vi operano illecitamente, dall’altro molte aree contaminate attendono per decenni che si individuino le risorse economiche per il risanamento del terreno e il ripristino dei luoghi. In particolare, i tempi di individuazione dei responsabili dell’inquinamento, insolventi o falliti, e la carenza di fondi per provvedere in via sostitutiva fanno proliferare « protocolli di intesa » per affidare ai privati i costi di bonifica, con l’impegno a garantire loro benefit per il successivo riutilizzo, il che naturalmente espone a un rischio elevato in caso di smaltimento illegale.
    Invero, va sottolineato che a monte persiste un’attività di smaltimento illegale dei rifiuti speciali e/o pericolosi, posto che la soluzione escogitata per rendere sempre e comunque più economicamente vantaggiosa l’attività è, infatti, quella di violare le norme relative al recupero e allo smaltimento. Accade così, quasi per prassi, che i materiali di demolizione, invece di essere selezionati e smaltiti secondo quanto previsto dalle norme in materia, vengono triturati alla rinfusa e abbandonati in luoghi abusivi, facendo emergere spesso connivenze tra smaltitori illegali e imprese di movimento terra. Lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali, pericolosi e non, da parte di imprenditori privi di scrupolo non costituisce fenomeno isolato ma investe l’intera regione, come si vedrà di seguito esaminando la situazione di ciascuna provincia. Si tratta di un fenomeno diffuso, quasi di un modus operandi, che in talune aree si aggrava a causa della contemporanea presenza di numerose fonti di inquinamento del suolo e della falda acquifera....””






    Il problema della bonifica dell'area SELCA dopo il fallimento viene esaminato in due diverse commissioni parlamentari d'inchiesta:
    la prima il 5 maggio 2011

    http://leg16.camera.it/544?stenog=/_dati/l...&pagina=d020#05

    COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI


    5 MAGGIO 2011 www.camera.it/_bicamerali/leg16/rif...0ASL%20Valc.pdf
    GIANPIERO DE TONI. Rivolgo un saluto particolare agli amici della ASL della Val Camonica, la cui presenza sul territorio è stata prevista con la legge n. 15 del 1998.
    A me interessa in modo particolare ciò che è stato detto circa Forno d’Allione, la Selca, il problema Sellero e vorrei sapere se su queste realtà ci sono, sotto il profilo epidemiologico, degli studi sulle ricadute sul piano sanitario

    GIULIANA PIERACCI, Direttore del dipartimento di prevenzione. Questa è l’unica zona su cui poniamo particolarmente attenzione. La stiamo, oltretutto, gestendo tra provincia, ARPA e comuni. Non abbiamo effettuato studi epidemiologici perché abbiamo un piccolo numero di persone e non è coinvolto il centro del paese, tuttavia possiamo dire che la situazione è sotto controllo: è stata fatta la caratterizzazione e abbiamo richiesto la messa in sicurezza.
    Resta un problema con i rifiuti della Selca. Abbiamo chiesto al curatore fallimentare la messa in sicurezza. Lui sostiene che non gli compete. Il collega Speziali può aggiungere a questo proposito notizie più precise.

    GIANMAURO SPEZIALI, Responsabile sevizio PSAL. Di eventuali pressioni criminali non abbiamo notizia, ma dal punto di vista del rischio sanitario, la situazione è la seguente: al curatore fallimentare non è richiesta la bonifica, ma interventi per evitare danni all’ambiente e alla popolazione sì. Gli è stato richiesto nella conferenza di servizi, svoltasi a ottobre dell’anno scorso, di definire puntualmente il tipo di rifiuti attualmente presenti sul territorio della Selca e di verificare la funzionalità e curare la manutenzione dell’impianto di depurazione, operazione importante anche perché è cessata l’attività produttiva. Tuttavia, anche solo per l’acqua di dilavamento del piazzale bisogna essere sicuri che queste sostanze non fuoriescano, per cui è in corso il monitoraggio.
    Il vero problema è che non c’è più la proprietà ma un curatore fallimentare, che ha poteri piuttosto limitati.


    Nella seconda del 12.12.2012 che ha come tema l'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti si evince a pag 174....
    COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA
    SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE
    AL CICLO DEI RIFIUTI

    (istituita con legge 6 febbraio 2009, n. 6
    RELAZIONE TERRITORIALE SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE LOMBARDIA (Relatori: Sen. Gennaro CORONELLA e Sen. Daniela MAZZUCONI) Approvata dalla Commissione nella seduta del 12 dicembre 2012
    www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/697131.pdf…...
    Marco Turchi, comandante provinciale dei Carabinieri di Brescia, nell’audizione del 4 maggio 2011, ha riferito due episodi di infiltrazioni mafiose nella provincia di Brescia.
    Il primo attiene a una ditta operante in Franciacorta, a Corte Franca, …..
    l'altra....(Pag 174) Vi era, inoltre, la società « Selca » di Berzo Demo, comune della
    Vallecamonica, che aveva difficoltà economico-finanziarie e che era stata acquistata dal gruppo Catapano di Napoli, il cui leader è Guido Catapano, arrestato il 29 marzo 2011, insieme ad altri tredici indagati, dai Carabinieri di Padova per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta.
    Sulla bonifica del sito in cui operava la « Selca » è intervenuto il comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato di Brescia, Gualtiero Stolfini, il quale nell’audizione del 4 maggio 2011, ha riferito che nel comune di Berzo Demo in Val Camonica svolgeva l’attività industriale l’Union Carbide, alla quale erano subentrate la Graphtec e la Selca. All’interno dell’azienda vi era un sito, già adibito a discarica abusiva, pieno di rifiuti speciali pericolosi, di profondità ignota, dove 30/40 anni fa e, cioè, negli anni ’70 vi erano state depositate « peci di lavorazione ».
    La Graphtec, da ultimo, si era impegnata a bonificare il sito anzidetto mediante la costruzione tutt’intorno allo stesso di un sarcofago con la profondità necessaria al suo completo isolamento.



    2013
    A che punto siamo?


    Al via la bonifica a Forno Allione Giornale della valle camonica 30.06.2013 www.giornalevalcamonica.it/wordpres...11-del-2013.pdf.
    In una conferenza dei servizi svoltasi recentemente in municipio a Berzo Demo durata oltre otto ore, è stato dato il via libera alla messa in sicurezza dell'area ex Ucar, Per la GrafTech (erede dell'Ucar) gli enti hanno approvato il piano di bonifica, conl' impegno dell'azienda -entro l'estate prossima- di stendere il progetto esecutivo in modo da appaltare l'opera entro la fine del prossimo anno. Per mettere a posto l'area saranno usati dei metodi all'avanguardia, finora mai utilizzati in Italia. Per quanto riguarda la Selca (azienda fallita), è stato dato mandato al curatore fallimentare di proporre al magistrato
    la possibilità di mettere in sicurezza il sito e quindi di valutarne la bonifica.
    Il giudice potrebbe decidere di procedere impiegando i fondi della curatela oppure
    demandare la cosa agli enti che impiegherebbero le risorse della fideiussione di
    Selca. I tempi sono brevi: entro quindici giorni si avrà la risposta ed entro trenta si
    procederà coi lavori.In merito a questo problema si è interessato il presidente
    della provincia Daniele Molgora il quale, nel corso di una sua visita istituzionele in
    valle, dove ha incontrato i sindaci dell’alta valle ed ha voluto visitare il punto sulla
    bonifica dell'ex Selca, il ripristino della zona franosa della Val Rabbia e la provinciale 294 di Paisco Loveno.

    La voce del popolo.it 17.07.2013 di G.Chiapparini
    Infine va detto dell'area utilizzata per molti anni da Ucar Carbon a Forno Allione. La multinazionale Graftech ha iniziato l'intervento di bonifica della vecchia discarica, tuttavia restano da rimettere in sicurezza dal punto di vista
    ambientale i capannoni, sfruttati fino ad un paio di anni fa da Selca per la frantumazione di rifiuti speciali. Il Comune di Berzo, competente per territorio, spinge per velocizzare l'intervento, ma la cosa non è semplice: c'è di
    mezzo la procedura fallimentare, il ruolo della Regione e lo spazio di manovra della Provincia. Proprio il presidente Molgora, nella sua visita di fine giugno, non ha potuto rassicurare appieno i cittadini e gli amministratori a questo proposito. Il sito a vocazione industriale non potrà, quindi, in breve tempo essere
    disponibile per nuove iniziative imprenditoriali e nuovi posti di lavoro.



    2014

    www.bresciaoggi.it/videos/649_servizi/51957/?pag=1

    Edited by vincenzab - 20/10/2019, 16:39
     
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    http://www.comune.berzo-demo.bs.it/App_Fun...&InBrowser=true


    la storia continua, si noti la relazione alla pagina 9....parebbe un copia incolla....ma il condizionale è d'obbligo!
     
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    http://brescia.corriere.it/brescia/notizie...5cf27ff03.shtml

    Valcamonica, quei veleni che finiscono nell’Oglio
    Rifiuti pericolosi provenienti dall’Australia abbandonati dal 2009 nel cortile dell’azienda. Contengono cianuri e fluoruri

    il caso Selca finisce a Presa Diretta, Valle Camonica veleni Oglio.

    www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media...b62b43.html#p=0
    a 1h.42min

    Edited by vincenzab - 22/2/2014, 18:02
     
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    http://brescia.corriere.it/brescia/notizie...d54eec810.shtml
    INTERROGAZIONE DEL DEPUTATO LEGHISTA CAPARINI
    Veleni alla Selca, «Il ministro faccia intervenire i Noe»


    ecco l'interrogazione pg 9878-9879
    http://documenti.camera.it/leg17/resoconti....allegato_b.pdf

    http://parlamento17.openpolis.it/search?qu...search-go=Cerca

    emerge un dato importante, Selca non sembra sia stata acquisita dal gruppo Catapano...cito dall'interpellanza "Si era parlato di una
    trattativa tra la proprietà della Selca e il gruppo Catapano di Napoli, ma alla fine l’azienda non ha concluso il passaggio
    societario e ha dichiarato il fallimento"

    Edited by vincenzab - 14/8/2014, 18:11
     
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    www.vocecamuna.it/notizie/tutte/201...perisce-denaro/


    ex selca per la bonifica i soldi ci sono! Ecco bene speriamo!

    Intanto con questo forum e con quotidiani gesti si prosegue con la democrazia insidiosa, ovvero informare, sensibilizzare e rendere consapevoli...un processo educativo lento, ma inesorabile.
     
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    dal sito del comune di Berzo Demo un ulteriore aggiornamento:

    http://www.comune.berzo-demo.bs.it/App_Fun...&InBrowser=true
     
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  7. leomag
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    Forno Allione: un'area industriale sotto la quale, ancora oggi, è sepolta una bomba ecologica non ancora disinnescata.
    Per saperne di più sulla storia delle società che si sono avvicendate in quell'area: dalla UCAR CARBON alla GRAFTECH alla SELCA
    CORRIERE DELLA SERA 10 settembre 2006

    http://archiviostorico.corriere.it/2006/se...060910034.shtml


    Valcamonica, il monte dei veleni
    Allarme per la discarica della ex Ucar Carbon. Un tunnel da bonificare
    FORNO ALLIONE (Brescia) - Erano entrati nel tunnel dimesso seguendo la memoria dei nonni per cercare bidoni di materiale tossico: niente fusti, nell' ex galleria Ucar di Forno Allione, ma materiale viscoso sospetto sulla volta e sul pavimento. E il «rapporto» dell' Arpa non lascia spazio a dubbi: si tratta comunque di rifiuto speciale pericoloso e altamente cancerogeno legato alla vecchia attività produttiva: la graffite per elettrodi poi venduti alle acciaierie. Con un' incognita in più: l' estensione dell' inquinante è imprecisata. Serve uno studio approfondito. Si sa però che i trafilamenti di questo materiale, simile alla pece e di consistenza semisolida, affiora in vari punti della galleria e, ipotizzano gli 007 dell' ambiente, «deriva verosimilmente da rilasci per percolamento viscoso dalla soprastante discarica ex Ucar» oggi di proprietà della GrafTech. Così il «gigante camuno» - la Ucar Carbon di Forno Allione, attiva dal 1931 al 1994, faceva capo all' Union Carbide, la multinazionale della tragedia di Bhopal, acquisita nel ' 99 dalla Dow Chemicals - torna a far parlare di sé. E proprio quando il capitolo della bonifica del sito sembrava prossimo alla stesura definitiva, si deve ricominciare daccapo. Un pò di storia: l' Ucar Carbon chiude 12 anni fa, in piena emergenza ambientale. Finita sotto processo, due anni fa l' azienda patteggia e risarcisce i lavoratori per le malattie contratte in fabbrica. In zona intanto si sono insediate altre attività produttive di piccole e medie dimensioni. C' è la Selca, specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali, insediata su un terreno già bonificato dalla Ucar, colpita nei mesi scorsi dal sequestro di materiale sospetto. E c' è la Graftech (erede della Ucar) inspiegabilmente stralciata dal piano di bonifica sottoscritto a suo tempo da multinazionale ed enti locali. Fioccano gli esposti e arrivano gli uomini del Nipaf (nucleo investigativo di polizia ambientale) della Forestale inviati dal pm Mara Pucci. C' è una collinetta di veleni da studiare, c' è il tunnel al suo interno: ci scorreva il trenino che collegava la montagna alla fabbrica. Negli anni, forse a causa di crolli progressivi, è stato sbarrato da due muri in cemento armato. La caccia ai veleni si inoltra lì sotto e prosegue oltre le barriere: con la Forestale intervengono per 4 volte consecutive gli uomini dell' Arpa e i vigili del fuoco. Ultimo sopralluogo l' 11 maggio scorso, con prelievo di campioni. A fine luglio l' esplosivo responso delle analisi. La scorsa settimana l' ordinanza del sindaco Corrado Scolari per la messa in sicurezza e di bonifica della galleria. Destinataria la Graftech, che ha ereditato dalla Ucar l' area, e dunque anche la galleria, anche se l' imbocco cade nella proprietà attigua. «L' azienda ha già posizionato una lastra metallica bullonata alla parete per impedire l' accesso al tunnel - spiega il sindaco Scolari - ha 60 giorni per fare il resto, salvo deroghe. Nel frattempo abbiamo anche chiesto all' Asl, alla luce delle analisi Arpa, se si possono escludere, come pare, rischi immediati alla salute pubblica». Resta la «grana» della collinetta da bonificare, alla luce dei rilievi effettuati in superficie ma anche dentro, nel «cuore» bucato dal tunnel: la Graftech, che si era vista bocciare un primo piano di caratterizzazione, in autunno avrebbe dovuto sottoporre un nuovo documento alla Regione. La pece, in quelle carte, è contemplata però solo in parte residuale, minima. Quella in solido e a placche filamentose rilevata dall' Arpa svela invece una realtà diversa, più complessa, più tossica e nociva. Per di più in movimento verso il basso. Non si potrà fare finta di niente. 1931 La produzione Si insedia a Forno Allione, in Valcamonica, la Ucar Carbon, specializzata nella produzione di grafite per elettrodi. La fabbrica fa capo alla Union Carbide, la multinazionale della tragedia di Bhopal 1994 Il processo La Ucar Carbon chiude l' attività in piena emergenza ambientale. L' azienda finisce sotto processo. Non va a sentenza ma patteggia e risarcisce i lavoratori per le malattie contratte in fabbrica 2006 L' emergenza L' 11 maggio scorso gli uomini della Forestale, dell' Arpa e i vigili del fuoco prelevano campioni nel tunnel della ex Ucar Carbon: si scopre che la galleria potrebbe diventare una «bomba» ecologica
    Vallini Nunzia
    Pagina 12
    (10 settembre 2006) - Corriere della Sera

    Edited by vincenzab - 28/2/2014, 10:41
     
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    www.orsiniemidio.it/public/editor/catapano%2026.01.2012.pdf

    la politica, i consumatori, le truffe, i colletti bianchi....
     
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    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media...bcfbfceb8a.html

    Presa Diretta puntata sulle banche molto interessante.

    Ad 1h e 58 minuti precisazione richiesta dalla Graftec di Forno Allione sulla discarica e la messa in sicurezza sito ex ucar.
     
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  10. leomag1
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    Da Più Valli TV del 13/03/2014 le ultime ordinanze del Sindaco di Berzo Demo sull'area ex Selca
    www.piuvallitv.it/index.php/news/2896-ordinanze-del-sindaco

    ORDINANZE DEL SINDACO
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    Categoria: News
    Creato: Giovedì, 13 Marzo 2014 19:27
    Scritto da Redazione

    Con due distinte ordinanze, la numero 2 e la numero 3 del 2014, il Sindaco di Berzo Demo Corrado Scolari ordina a Giacomo Ducoli, curatore fallimentare della Selca Spa, una serie di interventi che vanno dai 60 ai 150 giorni di tempo per essere attuati. Con l'ordinanza numero 2 il Sindaco ordina di provvedere entro 60 giorni a tutti gli interventi necessari atti ad evitare di pregiudicare ulteriormente le condizioni ambientali e igienico-sanitarie dell'area, procedendo prioritariamente alla messa in sicurezza dei rifiuti avvalendosi di operatori autorizzati e nel rispetto della normativa vigente. Ordina inoltre di predisporre entro 150 giorni dal ricevimento dell'ordinanza, un piano di rimozione di tutti i rifiuti presenti nell'area ed un piano di verifica della matrici ambientali, sempre avvalendosi di operatori autorizzati e nel rispetto della normativa vigente. Con l'ordinanza numero 3 il Sindaco Scolari ordina al curatore fallimentare di Selca Spa di provvedere entro 120 giorni alla rimozione di coperture dei capannoni in cemento amianto, sempre avvalendosi di operatori autorizzati e nel rispetto della normativa vigente, nonché al ripristino delle coperture. Nelle due ordinanze, redatte in punta di diritto e con ampia premessa giuridico-amministrativa, che ricostruisce le vicende fin dal 1 ottobre 1998, quando sul Bollettino ufficiale della regione lombardia era stata pubblicata l'autorizzazione a Selca a svolgere operazioni di stoccaggio e trattamento di rifiuti finalizzate al recupero di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, si legge anche la parte relativa agli obblighi del comune di vigilare, tramite personale tecnico e agenti di forza pubblica, sull'esatta osservanza di quanto ordinato, ma anche il diritto da parte del ricevente di ricorso al TAR della Lombardia entro 60 giorni dalla notifica o il ricorso straordinario al Presidente elle Repubblica entro 120 giorni. Le due ordinanze sono state trasmesse al Prefetto di Brescia e al Comando stazione Carabinieri competente per territorio. Il responsabile del procedimento è il dott. Fabrizio Andrea Orizio.

    ATTO DOVUTO DA PARTE DEL SINDACO
    Fin qui la parte dei documenti, che peraltro si attendeva da qualche giorno, essendo ormai l'unica strada percorribile da parte del Comune di Berzo Demo per tentare una soluzione definitiva sulla questione dell'area industriale ex-Selca nel territorio di Forno d'Allione. In conclusione del suo mandato amministrativo, insomma, il Sindaco Scolari non ha voluto lasciare in sospeso una questione dura e delicata, i cui contorni ed i contenuti sono stati molto ben ricostruiti in un'ampia documentazione, verificata dai legali del comune, documentata in tutte le sue parti, a riprova di un corretto stile di governo del territorio che vuole essere prima di tutto e soprattutto al servizio della gente e del futuro delle generazioni che in quell'area dovranno e potranno trovare occupazione, se e solo se l'area sarà dichiarata definitivamente bonificata e quindi reindustrializzabile.

    Edited by vincenzab - 14/3/2014, 19:23
     
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    camera dei deputati 12.03.2014 Onorevole Caparini versus Ministro Ambiente Galletti

    www.teleboario.it/tbNews.asp?idV=14149

    http://webtv.camera.it/archivio?NumeroLegi...umeroSeduta=188 al h. 15.10

    Resoconto stenografico recuperabile a questo link:
    www.camera.it/leg17/410?idSeduta=188&tipo=stenografico

    (Iniziative di competenza per la bonifica dell'area ex Selca nel comune di Berzo Demo, in provincia di Brescia, e per l'accertamento dei danni ambientali – n. 3-00682)

      PRESIDENTE. Il deputato Caparini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00682, concernente iniziative di competenza per la bonifica dell'area ex Selca nel comune di Berzo Demo, in provincia di Brescia, e per l'accertamento dei danni ambientali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

      DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, le scorie partivano dall'Australia, attraversavano l'Oceano indiano, su per il canale di Suez e il Mediterraneo, poi arrivavano a Porto Marghera per venire depositate a Berzo Demo, in provincia di Brescia in alta Valle Camonica. Scorie pericolose che una multinazionale preferiva trasferire dall'Australia addirittura in Valle Camonica, pagando qualcosa come 5 milioni di euro pur di non smaltirle sul proprio territorio. Si tratta di rifiuti pericolosi che dal 2009 sono stoccati in un grande magazzino, in un capannone abbandonato e soggetti alle intemperie, al punto tale che ogni qual volta piove i veleni finiscono nel terreno, finiscono nel fiume lì vicino (cianuri e fluoruri).
      La domanda che faccio al Ministro è: cosa intende fare il Governo, che è a conoscenza della situazione e ha gli strumenti per potere intervenire ?

      GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, per quanto concerne l'interrogazione presentata dall'onorevole Caparini ed altri, inerente alla bonifica dell'area dell'ex stabilimento Selca, come ha ricordato l'interrogante, nel comune di Berzo Demo, nel premettere che la materia investe la competenza degli enti locali, sulla base degli elementi acquisiti dalla regione Lombardia, dalla prefettura di Brescia e dall'ASL di Val Camonica, si rappresenta quanto segue.
      La ditta Selca è stata attiva dal 1996 al 2010 proprio nel comune di Berzo Demo presso l'area industriale ex-Ucar, svolgendo operazioni di stoccaggio e trattamento finalizzato al recupero di rifiuti speciali, pericolosi e anche non pericolosi. Nel marzo 2010 la ditta veniva venduta al gruppo Catapano di Napoli e nel giugno successivo veniva dichiarata fallita con sentenza del 14 giugno 2010 emessa dal tribunale di Brescia. Pertanto, i rifiuti stoccati nell'area dismessa rappresentano un potenziale pericolo e necessitano un'urgente messa in sicurezza e bonifica dell'area. A tal proposito nella conferenza dei servizi indetta nel comune di Berzo Demo il 18 ottobre 2011 si è stabilito che sarebbe stato lo stesso comune a predisporre, in via sostitutiva, il piano di messa in sicurezza dei rifiuti in caso di inerzia della curatela. A seguito di tale conferenza il curatore fallimentare comunicava la decisione di non avviare il predetto intervento di messa in sicurezza di emergenza, accollando quindi al comune l'onere di tale intervento, indicando nella garanzia fidejussoria agli atti la copertura delle spese necessarie.
      Con atto del 19 maggio 2012, il comune sostituendosi alla curatela e alla società comunicava l'avvio del suddetto procedimento di messa in sicurezza, mentre la regione Lombardia disponeva l'esecuzione parziale della polizza mediante decreto del primo agosto 2013, notificato all'Aurora assicurazione Spa, ora Unipol assicurazioni. Quest'ultima, contro il decreto di escussione, ha presentato il 20 dicembre 2013 ricorso straordinario al Capo dello Stato.
      Le difficoltà incontrate nell'attuazione della bonifica sono dovute, pertanto, al fallimento della ditta e alla mancanza di risorse necessarie per il comune che, non potendo allo stato riscuotere la fideiussione, ha richiesto il supporto della regione Lombardia. Nell'ultima conferenza dei servizi convocata dal comune il 5 marzo 2014, gli enti partecipanti, cioè il comune, la provincia e la regione hanno ritenuto che vi fossero le condizioni per poter procedere all'emissione di una apposita ordinanza volta a imporre al curatore fallimentare la predisposizione di tutti gli interventi necessari al fine di evitare il pregiudizio ulteriore delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie dell'area.
      Di tale situazione il ministero dell'ambiente e tutela del territorio e del mare è venuto a conoscenza solamente nel febbraio di quest'anno, a fronte della richiesta di intervento da parte del comune. Pertanto, sarà cura del ministero che rappresento svolgere le opportune indagini ed attivare gli organi tecnici competenti al fine di accertare gli eventuali danni ambientali provocati dalle «eredità industriali» svolte in passato sul predetto territorio comunale.

      PRESIDENTE. Il deputato Caparini ha facoltà di replicare.

      DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, ricordo che su questo sito già c'erano state precedenti indagini, addirittura la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti si era attardata ad esaminare più violazioni della legge. C’è un precedente che risale addirittura agli anni ’70 in cui furono illegalmente stoccati da parte dell'Union Carbide (nota in tutto il mondo per essere causa del più grande disastro ambientale del globo) rifiuti stoccati proprio laddove oggi ci sono questi nuovi rifiuti speciali che sono esposti alle intemperie e che, quindi, sono una vera propria bomba dal punto di vista ambientale.
      È un dovere intervenire da parte del Ministro di fronte a un comune di soli millecinquecento abitanti che dopo avere avuto la beffa di perdere tutti i posti di lavoro che venivano garantiti nel corso degli anni dalle varie industrie che davano lavoro, ma che purtroppo inquinavano – eccome se inquinavano – oggi è anche costretto a dover far fronte, con risorse che non ha, alla messa in sicurezza prima e alla bonifica poi. Tutto ciò sarebbe impossibile se non grazie all'intervento che c’è già stato da parte della regione Lombardia e all'intervento che noi chiediamo, pretendiamo, da parte di questo Governo. Un Governo che abbiamo visto che anche in altri casi è stato molto solerte e, invece, tarda laddove c’è da intervenire in questa, come in altre realtà, come quella del lago di Mantova, del Polo chimico, del Porto di Marghera, di Sesto San Giovanni, di Milano Bovisa, di Casal Monferrato, di Trieste. Sono tante emergenze ambientali causate dalla deindustrializzazione del Nord. Di fronte a queste emergenze notiamo una certa latitanza.
      Allora, se c’è un Governo, se c’è un nuovo Governo che vuole dimostrare una discontinuità con il passato, sono arrivati l'ora e il tempo di dimostrarlo.
     
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    sul sito comune Berzo Demo due recenti ordinanze:

    www.comune.berzo-demo.bs.it/pages/News/News.asp?Id=159389


    segnalo la posizione di Arpa, che viene esplicitata



    e la posizione di ASL:

     
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    COMUNICATO STAMPA DI LEGAMBIENTE

    LEGAMBIENTE Vallecamonica - circolo “C.Branchi”
    Via Milano, 7 -25043- BRENO (BS)

    Breno 24.03..2014

    COMUNICATO

    "SELCA, località FORNO D'ALLIONE EX UCAR, LOTTO B, BERZO DEMO, NATA NEL 1998. In specifico l'azienda svolgeva: operazioni di stoccaggio e trattamento finalizzate al recupero di rifiuti speciali pericolosi e non, mediante operazioni di messa in riserva, riciclo, recupero dei metalli e dei composti metallici e di altre sostanze inorganiche; i materiali decadenti dalle operazioni di trattamento erano commercializzati come materie prime secondarie (m.p.s.) destinate all'industria metallurgica ed ai cementifici."
    Non possiamo non indignarci di fronte a quanto sta accadendo in Valle Camonica su vari fronti, a cominciare dalla situazione venutasi a creare a Forno d'Allione. E' errato dire creatasi, perché i danni ambientali causati sin dagli anni sessanta dalla grande esplosione dell'industria metallurgica camuna sono non creati ma realizzati di proposito sotto i nostri piedi. Dalle ferriere di Pisogne a quelle di Piancamuno, da Gianico a Darfo, da Breno a Forno quante e quali aree hanno subito il fenomeno della deindustrializzazione con conseguente abbandono sul campo di materiali inorganici talvolta tossici, spesso usati per spianare, per riempire ed addirittura come ghiaia antineve. Chi ha memoria di questi ultimi quaranta e passa anni non può non ricordare, non può non aver visto. Ed allora non è solo colpa dei personaggi senza dignità che ha inquinato la valle, un po' di responsabilità sta in tutti noi cittadini che abbiamo visto e taciuto. Dov'era il senso di responsabilità, di civiltà, di cittadinanza. Stava forse nel senso di giustizia solo a intermittenza, solo quando tocca al nostro giardino, al nostro paese, alla malattia ed alla morte dei nostri cari. Degli altri non ce ne occupiamo. Se ne occupino le amministrazioni e le associazioni. E' lo stesso discorso dell'enorme quantità di rifiuti lungo le strade. Sono stati gli altri. Tanto poi fanno le giornate ecologiche e qualcuno passa a ripulire. In ogni paese si effettua la raccolta differenziata, ma la bottiglia di plastica, il pacchetto di sigarette, il fazzoletto di carta li buttiamo dal finestrino dell'auto. Dov'è il senso di civiltà. Perché parlare della terra dei fuochi in cui sono state sotterrate sostanze tossiche inviate magari anche dalla nostra valle, perché parlare della scarsa raccolta differenziata nel meridione e dei sacchetti per terra, quando a Forno emergono pece, amianto, cromo e quant'altro e la media di vetro, plastica e umido da noi in media non supera il 25% contro il 65% traguardo che ogni anno slitta per obiettivo non raggiunto? Puntiamo sul turismo compatibile con il nostro bellissimo territorio e poi deliberiamo un parere favorevole alle escursioni con l'eliski per portare quattro nababbi in cima alle vette e nei posti più naturali ed incontaminati. Dove stiamo andando? E di chi le responsabilità? Il malaffare non lo si fa solo da una parte, ci deve essere per forza la controparte. E spesso dall'altra parte ci siamo noi cittadini, cittadini che vedono e tacciono, che lavorano e si ammalano, che tanto tutti fanno così e nulla cambia. Qualcuno ha sotterrato quel materiale, qualcuno ha gettato lo sporco, qualcuno ha deliberato, qualcuno ha amministrato.
    Non possono essere le associazioni a denunciare sempre tutto. Il cittadino camuno non ha bisogno di prediche, ma di essere coerente, corretto ed onesto, magari testardo e taciturno, proprio come spesso ci dipingono fuori dai nostri confini valligiani.

    Legambiente Valle Camonica
    Guido Cenini

    www.quibrescia.it/cms/2014/03/13/be...petta-al-comune



    http://www.vocecamuna.it/notizie/tutte/201...-vallecamonica/

    Edited by vincenzab - 20/8/2014, 13:37
     
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    riflessioni di Eletta Flocchini
    http://vocidibrescia.corriere.it/2014/02/1...a-il-caso-selca
     
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  15. leomag
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    ...molto interessanti e condivisibili le riflessioni della Flocchini..
    leo
     
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108 replies since 29/1/2014, 07:49   5858 views
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